Ci eravamo lasciati qualche settimana fa al primo piano del Mercato Centrale di Città del Guatemala, con la promessa di fare un salto al bancomat più vicino, per poter esplorare il secondo piano senza mancanza di contanti. Proprio questo piano, infatti, è se possibile ancora più accattivante e multicolore di quello inferiore. È bene, pertanto, sfoderare tutte le doti e l’esperienza da viaggiatori per godere appieno delle meraviglie che incontrerete. Scendete le rampe di scale che più vi aggradano, tra le tante che troverete. Magari il problema sarà proprio trovarle, visto che anche le scale sono completamente ricoperte da oggetti in vendita che le nascondono alla vista, come la vegetazione nasconde i templi di Tik’al nella giungla.
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Sceci giù al secondo livello, non troverete ad attendervi un Minosse dantesco, ma, per fortuna, la più piacevole presenza delle venditrici di tostadas. Questo piano, infatti, è quello dedicato (quasi) esclusivamente alla vendita di cibo.
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A questo punto, però, occorre assolutamente fare una piccola digressione su cosa siano le tostadas. È fondamentale perché, se c’è una cosa che indispettisce i guatemaltechi, è il fatto di non conoscere perfettamente le loro tradizioni culinarie. Quando vi troveranno impreparati, otterrete solo una lezione estemporanea e puntigliosa di “Storia della Cucina Centroamericana” (5 crediti validi in molte università). Se, invece, gli mostrerete le vostre conoscenze pregresse, probabilmente vincerete un invito a pranzo (e sicuramente un nuovo amico). Prima di tutto, c’è la tortilla (da non confondere con quella spagnola), una sorta di focaccia morbida di farina di mais, usata per lo più come sostituto del pane. Quando la tortilla viene abbrustolita, si ottiene la tostada, appunto, con la quale si preparano svariati “finger food”, tra i quali spicca l’enchilada. Infine, se una tostada si taglia in triangoli più piccoli, si ottengono i nachos, che trovate anche in molti supermercati italiani e che probabilmente avete già sgranocchiato più volte davanti alla tv. Per semplificare, la formula è:
- Tortilla = ∂ Pane
- Tostada = ± Bruschetta
- Nachos = Patatine in busta ≈ crostino
Per semplificare ulteriormente, meglio assaggiare tutte e tre le varietà, che qui, al mercato centrale, potete trovare e degustare tranquillamente. Ad ogni modo, la vera protagonista della zona alimentare del mercato resta la frutta.
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Annone, litchi, meloni, papaye, platano (la varietà di banana tipica del Centro-America), pompelmi e mango la fanno da padrone sui banchi delle rivendite. In alcuni casi potrete anche assaggiare la frutta prima dell’acquisto, o comprarla nella versione “da passeggio”, già tagliata, condita con sale, limone e pepita (una spezia locale) e imbustata. Occhio però, qui anche la frutta è piccante! La gestione di queste bancarelle è appannaggio degli indigeni, ma soprattutto è quasi esclusivamente al femminile: difficilmente troverete un uomo, tra le invece numerose venditrici. Questo probabilmente spiega anche perché tutto appaia così ben tenuto, quasi artistico.
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Per quanto possa sembrare stravagante fotografare casse di frutta, in questo caso non resisterete dal farlo. La disposizione delle merci ricorda una tavolozza di colori, pronta per essere utilizzata su un’immaginaria tela. Non sempre però le mercantesse responsabili di quest’opera d’arte saranno d’accordo nel farsi fotografare.
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Che sia un gesto simbolo di timidezza o che sia una velata minaccia, meglio non sfidare troppo i coltelli, che le indigene usano con maestria per affettare i vegetali, ricordando inoltre che in alcune culture il rispetto della privacy è molto più importante che da noi in occidente. Il tour ormai sta per volgere al termine. Giusto il tempo di comprare un sacchetto di deliziosi frijol, i fagioli tipici del Guatemala…
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E di sostare in un comedor, un incrocio tra una tavola calda e una mensa, per provare uno dei piatti tipici preparati al momento.
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Pollo fritto, enchilada (di cui sopra), tamales (supplì di farina di mais ripieni) e rellenitos (frittelle di banana imbottite di fagioli), sono solo alcune delle bontà che vengono preparate e servite senza sosta. È un’esperienza assolutamente tipica e consigliata quella di mangiare al mercato centrale. Tuttavia è altrettanto sconsigliabile farlo se si è in Guatemala da poco tempo. Soltanto i viaggiatori che abbiano abituato la mente, ma soprattutto il corpo, alle tradizioni locali, potranno godere al meglio di questi piatti tipici. In caso contrario la Maledizione di Montezuma potrebbe essere dietro l’angolo, pronta a colpirvi.
Tenendo qualche piccola precauzione e usando sempre il buonsenso, gli anatemi degli antichi imperatori messicani non dovrebbero essere un problema. A questo punto, però, il vostro shopping sarà veramente finito. Non resta che tornare a casa, felici e rasserenati, pronti ad assaggiare il vostro ananas appena comprato e inaugurare il vostro sombrero nuovo di zecca. ¡Arriba cuates!